I sindacati: «Adesso tutelate i nostri talenti». Le sigle unite: «Bene i ringraziamenti, ma i problemi rimangono». Sul tavolo la questione dei ballerini

31.8.16

RASSEGNE STAMPA, DOCUMENTI E MATERIALI SU FONDAZIONE ARENA

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VERONA – «Questi dati dimostrano quello che sosteniamo da sempre: l’Arena e la Fondazione possono e devono continuare ad essere un punto di riferimento dell’arte e della cultura musicale del nostro Paese».

Parola di sindacati che, ancora uniti (Cgil Silc, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal), commentano i dati del festival. «Numeri che dimostrano anche che l’Arena, con l’indotto prodotto da quasi 400mila presenze, si mantiene come un asset importante per l’economia del Veronese – spiegano – il suo valore va implementato con interventi di rilancio di sostegno da parte degli enti locali, ma anche delle forze economiche interessate, commercio e turismo in particolare».

I sindacati da una parte apprezzano il ringraziamento di Fuortes, dall’altra non gradiscono che i dati non siano stati comunicati direttamente alle rappresentanze dei lavoratori. «Alla luce di questi dati ora sarebbe bene che l’ente facesse un salto di qualità, valorizzando il ruolo e il contributo dei lavoratori che chiedono, oggi più che mai, trasparenza, lungimiranza corretta e oculata amministrazione del bene comune che questa realtà rappresenta».

I sindacati restano disponibili a trovare soluzione ai tanti problemi: «dalla gestione del Fondo di integrazione salariale che la fermata di ottobre e novembre comporterà per gli stabili, così come per le grandi preoccupazioni dei lavoratori aggiunti, rispetto alle condizioni di lavoro futuro». Restano, inoltre, aperte le problematiche relative alla pianta organica e al mantenimento di livelli di produzione e produttività qualitativamente elevati.

«Resta in particolare aperto il compito di offrire una prospettiva al corpo di ballo che la Fondazione e il commissario intendono liquidare – concludono Paolo Seghi (Cgil), Nicola Burato (Cisl), Ivano Zampolli (Uil) e Dario Carbone (Cisal) – ma che proprio risultati come quelli descritti dovrebbero invece incoraggiare a mantenere, sviluppandone l’attività, anche nella prospettiva da noi aperta della costruzione di una realtà interregionale, rispetto alle quali le disponibilità da noi incontrate in Regione, al ministero e all’Agis si scontrano con il silenzio della Fondazione stessa». (S.M.D.)

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