Melegatti, nella lista dei creditori anche ex azionisti e manager

13.11.18     Risultati immagini per corriere della sera

 

 

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Prime richieste respinte dai giudici

Articolo di Davide Orsato

 

VERONA Il danno è noto ai più: il fallimento di uno dei colossi dell’alimentare, con debiti per cinquanta milioni e un marchio storico della pasticceria industriale fermo da un anno. La beffa assume la dimensione delle istanze per i rimborsi dei creditori a spese della Melegatti: nella fila chilometrica (oltre trecento le domande) figurano anche alcuni nomi legati a doppio filo all’azienda, che hanno avuto ruoli di responsabilità diretta nel periodo della crisi. Qualche esempio? C’è Gigliola Ronca, ex azionista di maggioranza, che ha reclamato circa 50 mila euro. E c’è Umberto Lercari, già amministratore delegato, manager entrato nel 2008 e tra i registi dell’operazione dell’acquisizione della Nuova Marelli, l’azienda lombarda poi trasferita a San Martino Buon Albergo che avrebbe dovuto essere la chiave d’accesso della «fabbrica dei pandori» al mondo delle brioche e delle merendine, ma che di fatto ha generato il crac. Non manca Abalone, a cui è stata legata, l’anno scorso, la prima promessa di risistemazione aziendale: non se n’è fatto nulla, piccola (e dimostrativa) campagna natalizia a parte: ora il fondo internazionale si è ripresentato vantando crediti per 1,3 milioni di euro. Al momento tutte queste richieste sono state rigettate dal tribunale lo scorso 24 ottobre.

Lo stabilimento della Melegatti (archivio)

La sentenza

Il giudice ha sentenziato che i presunti creditori si sono resi responsabile, in realtà, di «inadempimento di obblighi di corretta gestione», nel caso degli ex manager e di «inadempimento degli obblighi assunti» nel caso di Abalone.Ma non è ancora finita: tutti potranno presentare ricorso entro il 24 novembre. La parola definitiva, si apprende dall’ufficio del curatore fallimentare, l’avvocato Bruno Piazzola, arriverà solo a febbraio. Tra le centinaia di richieste di rimborso, molte sono già stata accettate dal tribunale. In totale sono stati chiesti 38 milioni di euro: 32 per la Melegatti, sei per la Nuova Marelli. Nel primo caso, è arrivato il via libera dal giudice per 25,4 milioni di euro, per 5,8 nel secondo. In totale, la nuova Melegatti dovrà quindi sborsarne 31,2. Tra i creditori figurano anche enti pubblici, come l’Agenzia delle Entrate, e il comune di San Giovanni Lupatoto per 120 mila euro di imposte mai versate. Tecnicamente si tratta di «crediti privilegiati»: sono quelli, cioè, che avranno la priorità una volta che sarà ultimato il passaggio di consegne alla nuova proprietà: la vicentina Sominor, che ha acquisito a settembre la Melegatti per 13,5 milioni.

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