Manovra, «spariti» 50 milioni di euro per curare i bambini dell’Ilva

25.11.16

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I fondi avrebbero dovuto finanziare strutture sanitarie per aiutare i piccoli pazienti colpiti dall’inquinamento provocato dall’acciaieria di Taranto. Secondo i dati un minore su quattro, a ridosso dello stabilimento, ha problemi respiratori

di Virginia Piccolil

 

Spariti dalla manovra i fondi per curare i bambini dell’Ilva. Erano solo 50 milioni i soldi promessi dal governo per finanziare medici, infermieri, analisi cliniche e attrezzature sanitarie a Taranto destinate ad affrontare l’emergenza dovuta alle emissioni venefiche dell’acciaieria più grande d’Europa alimentata a carbone. Dagli ultimi dati epidemiologici la mortalità è in aumento. E un bambino su quattro dei quartieri Tamburi e Paolo VI, a ridosso dello stabilimento, viene ricoverati per patologie respiratorie. C’era la promessa del governo. Ma, improvvisamente, alle 4 del mattino di giovedì l’emendamento è’ Continua a leggere

Il poadcast della trasmissione di Radio Popolare sulla Fondazione Arena e il suo Corpo di ballo

Martedì scorso, Radio Popolare, durante il programma “La luna sul posto”, condotta da Andrea Sellaroli, ha dato voce a chi si batte per mantenere Fondazione Arena bene comune, a chi non vuole che essa sia privatizzata e lotta perchè il sorpo di ballo non sia licenziato. Ai microfoni Patrizia Diodato (artista del coro e portavoce del Comitato nazionale fondazioni lirico sinfoniche), Cristina Stevanoni (Comitato pro fondazione Arena) e Andrea Nicolini (Comitato opera nostra).
Di seguito il poadcast della trasmissione. Buon ascolto!

Amianto alla Pirelli, in appello assolti tutti i dirigenti. Le vittime: “Giustizia di classe”

24.11.16

Amianto alla Pirelli, in appello assolti tutti i dirigenti. Le vittime: "Giustizia di classe"

Ribaltata la sentenza di primo grado. Il procedimento sulla morte per tumore di una ventina di operai

 24 novembre 2016
 http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/11/24/news/milano_amianto_pirelli_sentenza_appello-152715399/

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 Tutti assolti “per non aver commesso il fatto”. Si è chiuso così, con una sentenza che ha ribaltato il verdetto del primo grado, il processo d’appello sulla morte di 24 operai che avevano lavorato nei due stabilimenti milanesi della Pirelli di viale Sarca e di via Ripamonti tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanna.

Decessi provocati dalla presenza di fibre di amianto nelle due fabbriche, secondo il pm Maurizio Ascione che in primo grado era riuscito a ottenere la condanna di 11 ex dirigenti della multinazionale degli pneumatici per omicidio colposo. Accusa che i giudici della quinta corte d’appello di Milano hanno fatto cadere con una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati, molti dei quali ultraottantenni. Continua a leggere

Teatri lirici insieme per la solidarietà ai ballerini areniani

21.11.16

Jpeg

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In realtà il quotidiano veronese, ancora una volta, capisce fischi per fiaschi…L’iniziativa è stata organizzata interamente dal Comitato nazionale dei lavoratori delle Fondazioni litico-sinfoniche. In realtà i comitati cittadini hanno semplicemente aderito e supportato l’iniziativa dei lavoratori e partecipato al presodio

Manifestanti da tutto il Nord Italia «Difendere la dignità di chi lavora»

lManifestazione di protesta, nel pomeriggio di ieri con un presidio in via Roma, del Comitato nazionale Fondazioni lirico sinfoniche, cui hanno partecipato i lavoratori della Fondazione Arena, in difesa dei colleghi del corpo di ballo, di cui il piano di risanamento del commissario Carlo Fuortes prevede la chiusura. Al presidio davanti alla sede della Fondazione, in segno di solidarietà si sono uniti delegazioni di lavoratori provenienti da altre istituzioni lirico-sinfoniche, mentre ai passanti sono stati distribuiti volantini. La manifestazione è stata organizzata dal comitato Opera nostra – Fondazione Arena bene comune e il comitato Pro-Fondazione Arena di Verona.«Questa iniziativa», sottolineano i promotori, «vuol difendere l’integrità del Teatro e la dignità di chi vi lavora, poiché sono essi a pagare il prezzo più alto per gli errori di altri, per consentire alla Fondazione Arena di continuare a portare prestigio internazionale. Per l’Arena di Verona, sacrificare il corpo di ballo è come amputare la mano al David di Michelangelo». E.S.

Fondazione Arena, la protesta: «Non privatizzatela»

21.11.2016

Striscioni, cartelli e balletti in via Roma ieri pomeriggio. La protesta degli artisti della Fondazione Arena, andata in scena davanti all’ingresso del teatro Filarmonico, ha attirato l’attenzione di molti. L’obiettivo era sensibilizzare la cittadinanza sulla privatizzazione della Fondazione. «La chiusura dell’Arena», si legge in una lettera del segretario generale FIM (federazione internazionale musicisti) Benoît Machuel, distribuita ai passanti, «sarebbe un vandalismo culturale. Sorge quindi ora una urgente e chiara responsabilità pubblica per l’individuazione di soluzioni alternative alla liquidazione della Fondazione».

Articolo non rimovibile

 

Ballerini di nuovo in piazza domani presidio contro i licenziamenti

21.11.16

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VERONA Un presidio di solidarietà col corpo di ballo dell’Arena di Verona, per chiedere di annullare la decisione di abolirlo, contenuta nel Piano di risanamento del commissario straordinario, Carlo Fuortes. La manifestazione si terrà domani pomeriggio, dalle 16 in poi, davanti alla sede della Fondazione lirica, in via Roma.

L’iniziativa è organizzata dal Comitato nazionale per le fondazioni lirico-sinfoniche che si sta mobilitando in tutta Italia contro la legge 160 che impone alle Fondazioni il pareggio di bilancio anche con forti tagli ai costi ed al personale. La portavoce veronese del Comitato, Patrizia Diodato, ha spiegato che «la cancellazione del corpo di ballo è un danno alla vita culturale ed anche a produzioni che innalzavano la quota annua dei contributi statali all’Arena». (l.a.)

Arena, domani presidio a sostegno dei ballerini

19 .11. 2016

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Fondazione lirica Arena, nonostante l’arrivo del nuovo sovrintendente, Giuliano Polo, lo scontro non finisce. Tanto più dopo che è saltata la trattativa sindacale sull’eliminazione del corpo di ballo, di 22 elementi. Così il Comitato nazionale Fondazioni lirico-sinfoniche ha indetto per domani una manifestazione di protesta, con presidio in via Roma, dalle 17 alle 21 circa, a cui parteciperanno i lavoratori e le lavoratrici della Fondazione Arena, in difesa dei colleghi del corpo di ballo.«A testimoniare la concreta solidarietà, si uniranno al presidio delegazioni provenienti da altre fondazioni lirico sinfoniche», Continua a leggere

L’alternanza scuola-lavoro? Gli studenti: «Indigeribile» Blitz da McDonald’s a Milano

11.11.16

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ARTICOLO CORRELATO: 1.11.16 infoaut L’accordo tra MIUR e McDonald’s, il simbolo della “Buona Scuola” di Renzi

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Si moltiplicano le proteste contro l’accordo Miur-McDonald’s che prevede

l’impiego di studenti nei locali della catena per le ore di formazione obbligatoria

di Antonella De Gregorio

 Di impacchettare cheesburger e friggere patatine non ne vogliono proprio sapere. In tanti sono scesi in piazza, giovedì, contro l’accordo siglato dal Miur con McDonald’s e altre grandi aziende che prevede l’impiego di studenti per le ore di formazione obbligatoria per «imparare a lavorare». L’intesa firmata lo scorso mese riguarda, oltre al creatore del fast food, sedici grandi aziende e multinazionali tra cui Zara, Eni, Intesa San Paolo, Fca, che hanno messo a disposizione 27mila «percorsi» per gli studenti delle scuole secondarie. Lo scopo (portare la cultura d’impresa dentro gli istituti scolastici) è uno dei pezzi forti della riforma della scuola, che prevede che ogni studente di un Itis deve obbligatoriamente fare 400 ore di stage, e ogni liceale deve applicarsi in 200 ore di impieghi fuori dalle mura scolastiche nell’arco del triennio (dal terzo al quinto anno). Ore che spetta alle scuole progettare e valutare; e le attività vanno programmate in collaborazione con la struttura ospitante, accompagnate da tutor, verificate.

 

10.11.16 RASSEGNA STAMPA – Fondazione Arena

Giovedì 10 .11. 2016

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CRISI DI LIQUIDITA’ E FUGA DEGLI SPONSOR. IL FILM CHE L’ARENA NON VUOLE RIVEDERE

La nomina del sovrintendente Polo e le preoccupazione di Tosi per la situazione economica

VERONA È una bella gatta da pelare quella che Carlo Fuortes ha passato a Giuliano Polo, da qualche giorno nuovo sovrintendente della Fondazione Arena.

Fuortes aveva chiarito in un tutte le salse al ministro Dario Franceschini di non sentirsela di proseguire l’incarico come commissario straordinario a Verona oltre il 15 ottobre. Considerava da tempo esaurito il suo compito (per altro svolto a titolo gratuito) dopo aver ottenuto il consenso dei lavoratori ad un accordo per tagliare il costo del lavoro e aver condotto in porto la stagione lirica estiva. Franceschini ha però insistito per continuare la gestione commissariale almeno fino all’approvazione del piano di rilancio (misteriosamente invischiato in noie burocratiche), cui è legata l’erogazione dei fondi straordinari (10 milioni di euro) previsti dalla legge Bray.

Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, ha così chiamato in causa Polo, dirigente alla Fondazione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sempre a Roma (dove era direttore del personale, degli affari generali, degli affari istituzionali). Tecnicamente un sovrintendente, nei fatti un sub-commissario, di sicuro una scelta che è stata accolta con le fanfare dall’opposizione in città e mal digerita invece dal sindaco Flavio Tosi, che puntava alla nomina di un nuovo Consiglio d’Indirizzo e quindi di un sovrintendente da lui indicato con pieno mandato.

La prospettiva di nominare il nuovo sovrintendente non è ancora sfumata per Tosi, che però ha tempo solo alcuni mesi prima della scadenza del mandato. Altrimenti toccherà al prossimo sindaco. Ma quella del primo cittadino non è solo una preoccupazione politica, al di là di chi già immaginava chissà quale trattativa sottobanco tra il «sì» di Tosi e del suo partito Fare al referendum del 4 dicembre e i destini dell’Arena.

Ci sono anche, e forse soprattutto, ragioni più strettamente economiche. Come ben si sa, la Fondazione ha attraversato nelle ultime settimane gravissime crisi di liquidità, destinate a riproporsi quando riprenderà l’attività e quando ci sarà da mettere mano alla nuova programmazione. Più tempo Polo resta in sella, vuol dire che più tempo ci vorrà per l’approvazione del piano di risanamento e, di conseguenza, per l’arrivo dei fondi statali.

Non solo: è altamente improbabile che, in assenza dell’approvazione del piano, grandi sponsor della Fondazione Arena onorino i propri impegni. Agsm in particolare, che si era impegnata a sostenere la Fondazione con 7,5 milioni in tre anni, dopo i 3,5 già versati quest’anno ha già dichiarato i propri dubbi a proseguire con il resto della somma.

Senza voler essere necessariamente catastrofisti, è possibile immaginare tempi ancora difficili per la Fondazione Arena, anche ricordando quanto successo quest’anno. Nei primi mesi del 2016 la Fondazione si è trovata in difficoltà con il pagamento degli stipendi alla fine versati con gran ritardo, poi ha subito l’onta di vedersi pignorare gli incasso per i cachet promessi e non pagati agli artisti, infine non ha pagato gli addetti per lo smontaggio delle scenografie (che sono poi intervenuti lo stesso, a credito). Un film dell’orrore di cui non si sente il bisogno di repliche: toccherà al nuovo sovrintendente Polo scongiurare questa possibilità. – Alessio Corazza

 

 SINDACATI E FONDAZIONE ARENA, UNO SPIRAGLIO PER TENERE I BALLERINI. LA TRATTATIVA RIPARTE

 E il nuovo sovrintendente Polo già al lavoro con la Tartarotti

Si apre un piccolo spiraglio di luce nella trattativa fra sindacati e Fondazione Arena per evitare il licenziamento del corpo di ballo, composto da venti elementi. Mentre a Roma il nuovo sovrintendente della Fondazione lirica Giuliano Polo ha avuto, ieri, un primo incontro con il direttore operativo Francesca Tartarotti per delineare il quadro della situazione, in riva all’Adige qualcosa di muove, dopo dure polemiche.Nel duplice incontro di inizio settimana (aggiornamento a lunedì prossimo, quando fra l’altro dovrebbe giungere a Verona Polo) sindacalisti dello spettacolo di Cgil, Cisl, Uil e Fials hanno proseguito, appunto, nella trattativa sul corpo di ballo. E si stanno esplorando proposte alternative al licenziamento dei ballerini.Il corpo di ballo, come da Piano di risanamento proposto dal commissario straordinario Carlo Fuortes (che resterà nel suo incarico a Verona, nonostante sia anche sovrintendente all’Opera di Roma) verrebbe infatti eliminato. Questa sarebbe una di alcune misure – come la chiusura della Fondazione in ottobre e novembre, il che sta già portando a un taglio di 2,4 milioni di spese del personale – previste appunto dal piano Fuortes, per il triennio 2016-2018. In vista dell’accesso ai contribuiti della legge Bray, rifinanziata dal governo per le fondazioni lirico-sinfoniche in crisi. Come quella di Verona. Se il ministero dei beni culturali, direzione Spettacolo, approverà il piano Fuortes, la Fondazione lirica scaligera otterrebbe dieci milioni per avere liquidità in cassa (pagamenti ora bloccati con fornitori e altri creditori) e potrebbe rinegoziare, spalmandoli su 30 anni, i mutui con le banche.Nel frattempo come detto il nuovo sovrintendente Giuliano Polo, nominato dal ministro della Cultura Dario Franceschini, ha già cominciato a visionare il caso Fondazione Arena, in vista dell’inizio della sua attività. La quale, come Polo stesso ha detto al nostro giornale nei giorni scorsi, sarà incentrata sul proseguire, da subito, nel piano di risanamento, in vista appunto dell’accesso ai fondi della legge Bray. Come ci ha detto ieri Polo, la prossima settimana sarà a Verona, per cominciare quanto prima a lavorare, anche sul fronte della programmazione artistica.E.G

La trattativa. Fondazione e sindacati ancora al tavolo Obiettivo: risolvere il problema del corpo di ballo

9.11.16

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VERONA – Le parti paiono distanti, ma si continua a trattare.

Tra Fondazione Arena, rappresentata dal direttore operativo Francesca Tartarotti, e organizzazioni sindacali sembra esserci la volontà di raggiungere un accordo per quanto riguarda il futuro del corpo del ballo. L’obiettivo, almeno quello dichiarato dalla Fondazione, è di giungere a un’intesa entro lunedì prossimo: da una parte c’è Fondazione, il cui presupposto è sempre stato quello di far uscire il corpo di ballo dal perimetro aziendale, dall’altro ci sono i sindacati che al taglio si sono sempre opposti.

In mezzo c’è la trattativa che è andata avanti per buona parte della giornata di ieri e che riprenderà proprio lunedì.

I sindacati confermano che la trattativa sta proseguendo, ma non si sbilanciano: «La situazione è complessa – analizza Ivano Zampolli, segretario Uil Comunicazione Verona – e stiamo lavorando per allargare gli spiragli che si sono aperti. L’obiettivo è la salvezza dei posti di lavoro».

E anche Dario Carbone, segretario provinciale Fials, conferma: «Le posizioni sono distanti, ma meno che qualche tempo fa. Da una parte c’è la valutazione della Fondazione sul corpo di ballo che è meramente economica, dall’altra la nostra. Tutti, però, vogliamo arrivare ad un accordo. Se non sarà lunedì, magari martedì o qualche giorno dopo, ma lavoriamo per questo». (Sam.Nott.)

CORRIERE DEL VENETO

Link all’articolo

http://www.cislveneto.it/Rassegna-stampa-Veneto/La-trattativa.-Fondazione-e-sindacati-ancora-al-tavolo-Obiettivo-risolvere-il-problema-del-corpo-di-ballo

Crisi Ferroli, Negro: “Il Governo istituisca un fondo per chi ha perso il lavoro”

8.11.16

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VERONASERA

“Ormai siamo fuori tempo massimo per un intervento concreto – ha detto la consigliera regionale -, lo stabilimento di Alano ha chiuso ed ora è necessario riuscire a salvare quello di San Bonifacio”

“Ormai siamo fuori tempo massimo per un intervento concreto, per mesi abbiamo chiesto alla Regione di prendere posizione ma nonostante i tavoli di lavoro e confronto, lo stabilimento di Alano ha chiuso ed ora è necessario riuscire a salvare quello di San Bonifacio, quindi chiediamo alla Regione di farsi portavoce per i lavoratori chiedendo al Governo di istituire un fondo economico per aiutare chi ha perso il lavoro”. Continua a leggere

CCNL METALMECCANICI: SIAMO ALLA FARSA: I PADRONI CHIEDONO LA CARITA’ AGLI OPERAI

7.11.16

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“È un momento difficile, mettetevi nei nostri panni..”   Poveri industriali, costretti a tirare la cinghia e a fare sacrifici in questi momenti difficili e di crisi internazionale, costretti a chiudere decine di aziende e a licenziare centinaia di migliaia di lavoratori. Poveri padroni, sempre accusati di sfruttare gli operai e invece sono dei filantropi, regalano decine e decine di euro a quei poveri lavoratori che, tutto sommato, potrebbero essere tranquillamente sostituiti con lavoratori dell’est Europa o dell’Asia o da immigrati che arrivano dal mare e che Continua a leggere

Interporto, sette licenziati dopo lo sciopero «duro». La coop: boicottaggi e danneggiamenti, siamo in ginocchio

5.11.16

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 PADOVA – Le lettere di licenziamento sono in viaggio. Arriveranno a breve, i sospesi saranno definitivamente silurati col meccanismo della revoca dello status di socio. Il conto è ora a quota otto. E Adl Cobas si prepara ad una nuova protesta di fronte alla palazzina dell’Interporto di Padova, proprio sotto l’ufficio del direttore generale Roberto Tosetto.

Insomma, il clima si incendia attorno alla «teoria dei blocchi», quella che ha preso vita a seguito del licenziamento, il 20 agosto scorso, di Abdin Parbes, socio della cooperativa Ellemme Sc, che ha sede a Verona ma che gestisce i movimenti merci dei supermercati Pam e Aspiag all’Interporto di Corso Spagna. Per «accuse» varie, dall’insubordinazione alla «truffa su un falso infortunio». Questo, naturalmente, secondo la cooperativa. Il Continua a leggere

Vertenze. Agfa, c’è un acquirente per lo stabilimento. Annuncio del presidente del gruppo belga Vanhooren. I termini dell’accordo saranno rivelati…

5.11.16

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VALLESE – La strada resta in salita e gestire i 120 esuberi dell’Agfa di Vallese di Oppeano non sarà semplice, tuttavia ieri da Roma, dove al ministero dello Sviluppo si è svolto un incontro sulla crisi aziendale, sono arrivate due buone notizie. La prima è che, di fronte al governo, Agfa si è presentata con il presidente, Stefaan Vanhooren, segno che l’azienda non schiera il numero uno per gestire una dismissione dalle evidenti ricadute sociali. La seconda è che Vanhooren ha confermato l’unica notizia che può tenere acceso un barlume di speranza per i dipendenti: il potenziale acquirente c’è. È presto per capire quanto realistica sia l’ipotesi di subentro e nulla si sa sulla possibilità che l’eventuale nuovo proprietario si faccia carico della forza lavoro oltre che delle pareti, ma qualcosa in più emergerà il 15 novembre dal prossimo confronto tra sindacati e azienda che si svolgerà a Continua a leggere